«Voglio sapere se i miei capelli sono proprio come i tuoi», disse Jacob con una voce così bassa che Barack Obama gli chiese di ripetere. Il bambino ripeté la domanda e allora Obama rispose: «Scoprilo da te, perché non li tocchi?» e abbassò la testa in modo che Jacob potesse toccarli. Il bambino esitò e Obama ripeté: «Su, toccali!». Allora Jacob allungò la mano e li toccò.

La storia del bambino che toccò con disinvoltura i capelli al Presidente degli Stati Uniti ha fatto il giro del mondo, rimbalzando per giorni su giornali e internet.

«Che ci sarà poi di tanto incredibile!? – si sarà chiesto quel bambino – Ho solo chiesto ad Obama, un adulto che somiglia ai miei genitori, se i suoi capelli erano come i miei». In effetti non c’è proprio nulla di strano, se per un attimo ci mettiamo nei panni di quel bambino: era curioso e ha trovato il modo di soddisfare la sua curiosità, in barba ai ruoli e ai rituali istituzionali che richiederebbero contegno e compostezza.

Secondo il sociologo Erving Goffman (autore de La vita quotidiana come rappresentazione), i bambini sono liberi dal gioco delle parti e da atteggiamenti di deferenza e contegno. Non si sentono obbligati nei confronti di qualcuno e descrivono la realtà così come la vedono, assaporandone ogni dettaglio, totalmente liberi da schemi, convenzioni sociali, cornici culturali.

Questo li rende capaci di grandi scoperte e di trovare punti di vista che “i grandi” non contemplerebbero nemmeno come lontanamente possibili. Li rende capaci di essere creativi, praticando la meraviglia e trasformandola in azione.

La creatività è parte fondamentale del mio lavoro e della mia vita. Non avrei potuto superare alcune sfide e situazioni, se non avessi coltivato l’abilità di cambiare il mio punto di vista.

Inutile dire che i bambini sono degli insegnanti di creatività formidabili, i migliori al mondo. Quando hai la fortuna di interagire con loro, in qualunque situazione, ti trovi a dover rimettere in discussione certezze ormai consolidate, ad alzare la testa per lasciarti incantare da un arcobaleno o dalla luna che sta spuntando. Cose per “i grandi” diventate “normali” costituiscono per i più piccoli una fonte inesauribile di domande e nuove risposte.

Se parliamo di creatività, i bambini sono gli insegnanti migliori anche per un altro motivo: hanno bisogno di continuità, punti di riferimento, sicurezze e, allo stesso tempo, producono innovazione ad ogni passo, distruggendo certezze ed aprendo orizzonti. Mi piace definirli come “solidi portatori di cambiamento”. Con la loro semplicità disarmante, colgono il punto esatto della questione, spiazzando completamente chi magari ha riflettuto per anni su un concetto, imprigionandosi con ogni probabilità in gabbie fatte di lunghe definizioni e artifici letterari.

Per tutti questi motivi, i bambini sono i miei maestri personali di creatività e, grazie a loro e alle attività che abbiamo svolto insieme nel tempo, ho potuto stilare questa lista di parole chiave. Anche fare la zia a due piccole e adorabili “colle” ha aiutato molto…

Che cos’è la creatività? Mettiamo in un pentolone occhiali, immaginazione, curiosità, sorrisi e lacrime, un cerotto, un naso e capovolgiamo sottosopra. Non sono pazza, ho solo cambiato “occhiali”!

Queste sono le mie personali k-words della creatività, utili in tutti i frangenti della vita quotidiana. Nelle prossime settimane dedicherò un post ad ogni parola chiave. Il naso è l’ultimo ingrediente della lista ed è anche il mio preferito. Dal momento che si parla di capovolgere gli schemi, con il prossimo post dedicato alla definizione di creatività inizierò proprio da lui: il naso! Vedrete, ci riserverà grandi sorprese…

OCCHIALI
OCCHIALI
Dotati di una valigia piena di nuovi occhiali per imparare a cambiare il tuo punto di vista.

 

 

IMMAGINAZIONE
IMMAGINAZIONE
Accogli due nuovi compagni di viaggio, consiglieri e amici fidati: il cambiamento e l’immaginazione.

 

 

CURIOSITÀ
CURIOSITÀ
Diventa esperto/a di curiosità. Sapere, sapere, sapere. E ricorda che più sai e più ti diverti!

 

 

RIDERE E PIANGERE
RIDERE E PIANGERE
Scopri, nomina e valorizza le tue emozioni.
 

 

 

CEROTTO
METTERE UN CEROTTO
Utilizza il senso dell’umorismo quando inciampi: ogni errore ti avvicina alla meta.

 

 

SOTTOSOPRA
SOTTOSOPRA
Sii capace e felice di rovesciare lo stereotipo: è anche divertente!

 

 
 

NASO
NASO
Fiuta e annusa: coccola la tua visione e arredala come fosse la casa dei tuoi sogni.