Arredare la casa dei nostri sogni o vivere in un appartamento già arredato? – Lo scienziato Henry Laborit sosteneva che non tutte le prigioni hanno le sbarre.  Si tratta delle prigioni create dalle nostre abitudini, dai nostri automatismi culturali, dal timore di andare oltre il nostro orizzonte abituale. Sono le più pericolose: da queste prigioni infatti è difficile evadere, perché non sappiamo di essere prigionieri. Possiamo dunque scegliere se arredare la casa dei nostri sogni, o per lo meno provarci, o se andare a vivere in un appartamento già arredato da altri, magari dotato di tutti i comfort, ma totalmente privo della nostra firma e del nostro stile. Voi cosa preferite?

Una finestra aperta sul mondo: la visione – Per guardare oltre il nostro naso e “fiutare” le sbarre invisibili da cui spesso ci lasciamo imbrigliare, abbiamo bisogno di visione, di sviluppare cioè una maggiore sensibilità alle opportunità e alle minacce che incrociamo. Come fare?
L’imprenditorialità è una dimensione che può aiutarci a comprendere meglio come, per essere creativi, sia necessario spingere il nostro naso  oltre le sbarre. Un imprenditore vede nel futuro: non è un veggente, ma un concreto sognatore a caccia di opportunità. L’imprenditore è in grado di proiettarsi oltre le sbarre del consueto, di immaginare qualcosa che ancora non c’è e trasformare quella visione in qualcosa di concreto: un prodotto, un servizio, un processo che consente di risolvere un problema e via dicendo.

Senza la pratica della visione non avremmo tante cose che oggi definiamo “normali” perché entrate nella nostra quotidianità, nel nostro scenario abituale. Per ogni cosa che entra a far parte della nostra quotidianità, per ogni nuovo servizio o prodotto che entra nelle nostre vite c’è una persona – più spesso una squadra – che “ha avuto naso” e che ha saputo superare gli schemi di pensiero abituali.

La visione lavora sul confine – Ciò che rende complesso dare corpo alla visione e alla pratica del pensiero divergente è il “lavoro al confine”. Ogni creativo lavora sul confine: vede il futuro ma vive nel presente. Nel migliore dei casi è accompagnato da persone che lo sostengono. Più spesso viaggia da solo, lottando contro la miopia dei profeti del “si è sempre fatto così”, che cercano di paralizzare il processo creativo. Qualcuno, sul finire dell’Ottocento, cominciò ad affermare che se non fosse stato messo un freno alla crescita, nelle grandi città ci sarebbe stato un numero così alto di carrozze che gli escrementi dei cavalli avrebbero sovrastato i palazzi. Poi arrivò Henry Ford con il suo sogno… e il resto è storia!

Tutti noi siamo dotati di visione – Quello dell’impresa è un ambito ricco di esempi utili per comprendere l’importanza del fiuto e della visione nel processo creativo, ma è ovvio che non tutti possiamo diventare Steve Jobs o Henry Ford. Così come la visione degli imprenditori definisce lo scopo per cui l’azienda esiste, il suo senso, allo stesso modo possiamo dire che la nostra capacità di visione ci aiuta a tracciare la rotta da seguire, dando letteralmente un senso – una direzione – al nostro viaggio. La visione ci consente di mettere in atto un processo creativo capace di condurci oltre le sbarre del “si è sempre fatto così”, dandoci le chiavi per immaginare e costruire nuove direzioni per le nostre vite.

La visione ci consente di pre-vedere il futuro tenendo i piedi saldamente ancorati nel presente. Ci permette di fiutare le opportunità in grado di migliorare la nostra vita, rendendola più affine alle nostre sensibilità, e di evitare le minacce che potrebbero ostacolare i nostri progetti.

Dunque, usatela! Trovate un senso. E tutto il testo verrà. Ricordate infatti che, come diceva Seneca, non ci sono venti favorevoli per chi non sa dove andare.